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Rassegna stampa (articoli registrati prima del 31 agosto 2018)

 
 
 

 Data: lunedì 19 ottobre 2015

 Testata: La Provincia

<p> Una prestazione insufficiente per aggressivit&agrave; e precisione al tiro, abbinata a un arbitraggio pesantemente avverso, porta a una sconfitta interna che brucia parecchio</p>

<p> Tecmar, Costa molto caro un pomeriggio tutto storto</p>

<p> Una pioggia (a senso unico) di falli tecnici e antisportivi ha prolungato la partita fino a quasi due ore</p>

di Tommaso Gipponi

CREMA —Sconfitta che brucia davvero per la TecMar Crema contro Costamasnaga, al termine di una gara non giocata al meglio dalle cremasche, ma che verrà ricordata soprattutto per una direzione arbitrale ben al di sotto della sufficienza, per usare un eufemismo, della coppia Leoni Orsenigo-Canali. E sotto tutti i punti di vista. In primis per il metro: con le cremasche tartassate e sanzionate per tutta la partita anche per dei veri e propri sospiri, mentre le lecchesi difendevano sempre con mani addosso ad ogni azione, e andava di lusso se veniva fischiato contro di loro un contatto ogni 10. C’è però stato anche un errore tecnico molto grave, e qui non si ci può attaccare all’interpretazione o alla minore aggressività di una o dell’altra squadra. Nell’ultimo minuto la lecchese Mistò subiva fallo in penetrazione: due tiri liberi prima dei qual i veniva f ischiato il secondo tecnico per proteste a Visconti (che peraltro stava riprendendo una sua giocatrice), con conseguente espulsione del coach. In lunetta andava Maiorano a tirare i liberi del tecnico ma rimaneva in lunetta anche per tirare i due che non le appartenevano, tra le proteste veementi di panchina e pubblico. Gli arbitri fischiavano altri due tecnici e altri due antisportivi contro la TecMar, dilungando oltremodo (si sono sfiorate le due ore) una partita che di fatto era già finita ed esacerbando gli animi. Arbitraggio a parte, la TecMar ha molto da recriminare anche contro se stessa. Costamasnaga ha vinto tutte le battaglie di aggressività, con le cremasche che in difesa sono andate troppo a corrente alternata e in attacco non hanno saputo muovere bene la palla. E quando le biancoblù sono andate sotto, è mancata l’arma del tiro da tre punti (0/12 di squadra). L’iniziocremasco erastatomolto buono, con Veinberga a guidare il 7-0 del 2’, ma Costa si riportava in parità, sfruttando anche i 9 falli fischiati contro le cremasche già al 10’. Il resto del primo tempo viveva su un equilibrio costante, con le ospiti che piazzavano l’allungo a metà del terzo quarto fino a più 10. Nell’ultima frazione Crema con Veinberga e Rizzi si riportava a meno 4, ma senza tiro da tre, e soprattutto senza una serie difensiva continuativa, la rimonta rimaneva un miraggio